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Lettera a Padre Lombardi

di Luciano Pranzetti

     Padre Lombardi definisce Rita Levi Montalcini "Figura eminente non solo per gli altissimi meriti scientifici ma anche per l’impegno civile e morale che l’ha resa persona esemplare e ispiratrice nella comunità italiana e internazionale”, ma il pensiero e l'azione della Montalcini mal si accordano con il credere e l'agire cristiani... D'altra parte è scandalosa, o almeno inspiegabile, la cooptazione della stessa a membro effettivo della Pontificia Accademia delle Scienze. È infine vergognoso il conformismo di P. Lombardi e il silenzio del Magistero e di Sua Santità di fronte ad episodi scandalosamente paradossali.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione


     Rev. Padre Lombardi,
     nei giorni scorsi, sulla stampa nazionale ed in rete, figurava una sua dichiarazione rilasciata in occasione e a commento della morte della prof.ssa Rita Levi Montalcini. In essa lei testualmente la definiva: “Figura eminente non solo per gli altissimi meriti scientifici ma anche per l’impegno civile e morale che l’ha resa persona esemplare e ispiratrice nella comunità italiana e internazionale”. Dovrebbe, padre Lombardi, spiegare ai fedeli italiani, ed internazionali, del piccolo gregge cattolico, apostolico e romano, in che cosa e in quale ambito “civile e morale” la signora defunta è esemplare se è vero che, per esemplarità di vita e di pensiero, tale qualifica è dovuta e consentanea, secondo il giudizio della Chiesa, solo a persone come San Pio da Pietrelcina, ad esempio. Cioè, ai santi.
 

 


     E dovrebbe, ancora, spiegare che cosa intenda lei per “civiltà e moralità”.
 

 


     La signora Montalcini, abiurato l’ebraismo, si è sempre dichiarata atea e darwinista pura e dura per professione espressa  –vedi intervista a PG. Odifreddi in “Incontri con menti straordinarie”–, pubblicamente a favore di aborto libero e gratuito, della contraccezione, del divorzio immediato, delle unioni omosessuali e di fatto, del matrimonio dei sacerdoti (non che gliene importasse ma ci mise becco!!!), sacerdozio femminile (altro tema di cui non importava, ma di cui volle dire), dell’eutanasìa, della ricerca sugli embrioni, della pillola RU486  –sperimentata già negli anni 1943/45 nei laboratorii di Auschwitz finanziati dalla massoneria e da D.Rockefeller!!!–, della libertà di coscienza.
 

 

     Come bene lei può notare, trattasi di temi e di argomenti  –ad eccezione della nefasta libertà di coscienza, condivisa dal Concilio– del tutto contrari alla dottrina della Chiesa cattolica ed estranei al concetto di civiltà e di morale.
 

 


     Eppure, questa studiosa, familiare e legata all’obbedienza massonica di Palazzo Giustiniani  –così testimonia il G.M.(G.O.I.) Gustavo Raffi–  è stata membro effettivo della Pontificia Accademia delle Scienze. Che ragione possa esserci stata in questa cooptazione sembrerebbe un mistero, ma tale non è se si pone attenzione allo spirito aperturista che, dal Concilio Vaticano II ad oggi, consente ai nemici di Dio e della Chiesa cattolica, di incistarsi e di insegnare nei seminarii e nelle Pontificie Università ove, da bravi servi, vere metastasi di Satana, seminano la zizzania che la Gerarchia, abbacinata da questo entusiasmo ecumenistico, considera e stima meglio del grano.
 

 

     L’aria fresca, di giovanvigesimoterza memoria, che fresca non è ma mefitica e corrotta, è entrata nel tempio di Dio sotto forma di ecumenismo, di dialogismo codardo, di laicizzazione del sacro, di veri e propri soprusi teologico/liturgici, quale fra i tanti, ad esempio, il sacrilego e abominevole “pranzo natalizio” pro-poveri, nella veneranda ed anticha basilica di Santa Maria in Trastevere, ipocrita manifestazione di carità gestita dalla filantropica comunità santegidiana, a danno della inviolabilità della “casa di orazione e di adorazione” ove, peraltro, le debolezze corporali dei numerosi anziani ivi raccolti, hanno dato luogo a indecorosi fenomeni.
 

 


     Gesù non si è incarnato e non è morto per “dar da mangiare”  –cosa da non disattendere, certo–,   ma per annunciare, prima di tutto, la VERITÀ, cioè Se stesso, e per comandare l’evangelizzazione.
 

 


       Mons. Vincenzo Paglia, e l’esimio prof. Riccardi, ne dovranno rispondere personalmente in termini canonici e morali alla Chiesa e, soprattutto, a Dio.
 

 

     Lo spirito del tempo, entrato nelle finestre aperte, s’è manifestato per essere quello che sempre è stato, il “fumo di Satana” che, con la collaborazione degli uomini di chiesa, ammorba la stessa Katholica di nuove epidemie e di perversioni teologiche, liturgiche –vedi la Santa Messa di Nossa Senhora da Conceicao, diocesi di Pesqueira (Brasile) concelebrata, il 20 agosto 2012 con i massoni, in parata di compasso, squadra e maglietto attorno all’altare!!! Orrendo! (Ma qualcuno pagherà per aver consentito e per aver taciuto su questo irredimibile scandalo!!!)–.  

 


     Padre Lombardi, perché mai la Chiesa sente tanto la necessità non solo di “dialogare” ma di privilegiare l’inserimento, nel proprio Corpo Mistico, di questi esponenti della gnosi, dell’ateismo, dell’eresia concedendo a loro ampia facoltà di manovra e prestando attenzione alle loro iniziative e alle loro proposte? E perché lei, custode e garante della corretta informazione, invece di adottare lo stile dell’evangelico Sì Sì No No, si rifugia nelle forme ambigue del buonismo diplomatico, cosa che s’identifica, in ultima analisi, con l’ipocrisìa e la dissimulazione e la piaggerìa?
 

 

     Dalla sua dichiarazione ne consegue sillogisticamente che, stante l’esemplarità, la civiltà e la moralità della signora R. Levi Montalcini, il santo e grande scienziato cattolico Jerome Lejeune è stato un cialtrone e un poco di buono.
 

 


     Non ci piacciono, sia chiaro, e non piacciono al Signore soprattutto, caro Padre, né il suo conformismo che, in questa circostanza è stato deleterio e mortificante più che in altre circostanze, né il silenzio del Magistero e di Sua Santità che dovrà, pertanto, rammaricarsi col dire : “Vae mihi qui parum curavi, et neglexi et tacui!”.
 

 

     E poi, rev. Padre: ma chi l’ha obbligata ad esternare quella sua dichiarazione? La Scrittura dice che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare: “Omnia tempus habent... tempus tacendi, et tempus loquendi” (Eccl. III,7), regola aurea che risponde al nome di Prudenza, virtù cardinale. E questo lei doveva ricordare. Bisognava tacere, e se pensava di dover dir qualcosa, non avendo di esporre le cose in modo oggettivo, pane al pane, poteva, al massimo risolvere tutto con un “nessun commento”. Oppure lei, e lo dico e lo scrivo con rispettosa e sofferta riserva, crede a quanto ha detto e lo condivide?
 

 


     Dio le chiederà conto di questa sua dichiarazione che, nel riconoscere in Rita Levi Montalcini un “esempio”, ha, di fatto e per moto contrario, rinnegato Gesù.
 

 


     Sarebbe, allora, educativo per lei e per tutti, rammentare quanto, a proposito di testimonianza aperta e convinta, Gesù stesso disse quando ammonì: “Qui autem negaverit me coram hominibus negabo et ego eum coram Patre meo qui in coelis est (Mt. 10,33). Parole che non lasciano scampo.
 

 

     Ora, io ritengo che lei, Padre –e glielo dico col rispetto e la reverenza che merita ma, tuttavia con la forza del dettato di Ez. 3, 17/21– dovrebbe, pubblicamente così come pubblicamente espressa, smentire, capovolgere e rettificare la sua dichiarazione, ripristinando e sancendo l’ordine dei valori morali e civili nell’alveo della sana dottrina cristiano/cattolica, onde risarcire i fedeli del malo esempio di cui lei, e purtroppo con lei tanti altri esponenti del mondo cristiano, è stato autore ed interprete.
Diversamente, pregheremo perché Dio la perdoni, Padre Lombardi, ma dentro di sé lei si dovrà vergognare.
In Christo semper et cum Maria Matre Ejus,

Prof. Luciano Pranzetti

 

 

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